Farsi Ape
MILO
Nome d’arte di Lorenzo Mucchetti, 61 anni, vive e ha l’atelier a Brescia, dove lavora nel campo della comunicazione. Le sue opere sono presenti in tutta Italia nelle case di numerosi privati, che ne hanno apprezzato il fascino e il messaggio. A presentarlo sulla scena artistica italiana fu nel 2019 Vittorio Sgarbi coinvolgendolo in diverse manifestazioni nazionali e Milo ricevette subito premi e riconoscimenti. Decisivo è stato poi l’incontro con il prof. Gianni Dunil che ha inserito il suo profilo sull'Atlante dell’Arte Contemporanea De Agostini 2020 (pag. 297-298).
La sua prima personale a Milano è stata promossa nel 2023 dalla Direzione della Biblioteca Chiesa Rossa unitamente al Comitato Cascina-Chiesa Rossa e ha visto la partecipazione del prof. Stefano Zecchi.
L’artista bresciano, promotore del movimento "Realtà Permanente", considera importante proteggere l'ambiente, i popoli e gli animali al pari delle opere d’arte umane, a cui ha dedicato finora la sua creatività. Da questa visione ambientalista cristiana è nata la nuova e diversa produzione - dal titolo "Farsi ape" dove protagonisti sono paesaggi, universi, volti umani e animali.
Dopo il fortunato debutto nel cuore del Municipio 5, con 25 quadri, a San Siro Milo ne porta ben 41, realizzati con la sua tipica tecnica: l’artista crea una composizione di diverse immagini del soggetto prescelto, ne produce un manifesto in due copie che applica sulla tela una sull’altra. Poi invade la superficie con un’azione di dripping (schizzi casuali di colore) che rappresentano l’incuria dell’uomo e il degrado causato dal tempo. Segue la “sfogliazione” di parti del manifesto superiore, in modo da far emergere qua e là brandelli di immagini di quello inferiore, sul modello dei dècollage pop di Mimmo Rotella: essi rappresentano la vittoria e la resilienza della bellezza sul degrado e le sfide del tempo. Sulla superficie delle tela così trattata, Milo appone quindi oggetti o parti di oggetti di uso quotidiano, che simboleggiano le tracce del passaggio umano: pezzi di plastica, mozziconi di sigarette, cicche, etc.. Infine, l’immancabile orma di scarpa, il passaggio dell’uomo, che è la firma stessa di Milo.
LA MOSTRA A SAN SIRO
La prima sezione “Paesaggi sospesi” (tra incuria e speranza) è dedicata a paesaggi fittamente invasi dall'azione di dripping, che per questo ciclo di opere viene esercitata con l'utilizzo di sole due tinte: il bianco e il nero. Il bianco rappresenta la noncuranza dell'uomo per i problemi dell'ambiente, il nero invece il dolo perpetrato dall'uomo nel rincorrere i suoi interessi a discapito della natura.
I "Volti del mondo” celebrano la molteplicità delle etnie sulla Terra, colte nella bellezza della coesistenza pacifica, offrendo uno sguardo sulle diversità nel Creato come ricchezza da preservare, in antitesi alla globalizzazione omologante.
Nella terza sezione, “Terra fragile” si ammirano 8 globi terrestri che simboleggiano la nostra casa comune, sommersa dalle conseguenze delle azioni inquinanti e devastanti dell'uomo, invitandoci a riflettere sul nostro ruolo di custodi responsabili del pianeta e sull'importanza di un impegno collettivo per preservarne la bellezza.
Nuove opere
"Sguardi in via di estinzione"
In questa sezione, il visitatore si confronta con la fragilità della vita animale. Le opere, pur nel loro formato contenuto (13x18 cm), racchiudono la potenza emotiva di 8 specie animali in via di estinzione. Ogni animale sembra guardare il visitatore sollecitando una riflessione intima personale sulla nostra responsabilità collettiva nei confronti del loro destino.
"Fiori spezzati"
Anche questa serie di opere è di piccole dimensioni e gioca sul contrasto tra la bellezza naturale dei fiori e la sua progressiva degradazione, rappresentata attraverso la tecnica del dripping che interviene a turbare l'armonia dei colori come conseguenza dell'inquinamento, del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità. Una metafora visiva dell'impatto umano sulla natura.
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